LE BARRIERE ARCHITETTONICHE NELLE CITTÀ COME ELIMINARLE.

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In Italia sentiamo sempre di più il termine delle smart city, ma basta guardarci intorno e notiamo che tanto intelligenti le nostre città non son,  poiché sono piene di barriere architettoniche.

Con il termine barriere architettoniche si indicano tutti gli ostacoli, che no permettono la libera e completa fruizione di un’infrastruttura a chi ha limitate capacità motorie.

Nonostante l’Italia ha un quadro legislativo di rifermento, L13/1989 e DM 236/1989, che impongono l’accessibilità, la visitabilità e l’adattabilità dei luoghi e delle infrastrutture, molto spesso notiamo che tali imposizioni legislative vengono del tutto ignorate.

Di seguito analizzeremo tutti gli elementi che possono creare una barriera architettonica  e come devono essere progettati  affinché tutti possono avere la possibilità di potervivere una città.

Pavimentazioni esterne

Le pavimentazioni esterne devono avere una pavimentazione antisdrucciolevole; pochi dislivelli e lì dove presenti, contenuti; grigliati a maglia stretta per non costituire ostacolo e/o pericolo alle ruote della carrozzella; sostegni.

 Le giunture tra le pavimentazioni, devono essere inferiori a 5mm, e nel caso di aree con spessore, questo non deve superare i 2mm.

Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo B.C.R.A., sia superiore a: 0,40 per elemento scivolante di cuoio su pavimentazione asciutta; o 0,40 per elemento scivolante di gomma dura standard supavimentazione bagnata.

I valori di attrito non devono essere modificati da eventuali strati di finitura lucidanti o di protezione e gli strati di supporto devono essere idonei a sopportare nel tempo la pavimentazione ed i sovraccarichi previsti.

Nel caso di superfici pedonali senza riferimenti volumetrici e/o altimetrici, in cui sussista una pavimentazione monotona e monocroma, è preferibile provvedere ad una differenziazione del materiale e del colore delle pavimentazioni che identifichi il percorso stesso.

Caratteristiche dei percorsi, in funzione della pavimentazione:

  • Fondo piano e compattoOTTIMALE
  • Leggermente sconnesso ma compattoBUONO
  • Molto sconnesso e compatto PERICOLOSO
  • Fangoso IMPOSSIBILE
  • Sabbioso IMPOSSIBILE

Marciapiedi

Per i marciapiedi, il dislivello con le zone carrabili adiacenti non deve superare i 15 cm.

La larghezza minima è di 1,50m, con tratti, nei luoghi di maggior traffico di almeno 1,80m. In caso di passaggi obbligati o lavori in corso la larghezza non deve essere inferiore a 90cm, e arrivare a 2m se sul marciapiede ci sono ostacoli.

I marciapiedi, per non impedire la libera fruizione alla gente comune, nonchè alle persone con difficoltà nelle capacità motorie, devono assolutamente essere sgombrati da eventuali ostacoli quali: isole ecologiche; cabine impianti; vecchie cabine telefoniche, ormai obsolete; pali della luce; decorazioni delle abitazioni come fioriere o piante; segnaletica stradale etc.

Percorsi

I percorsi devono essere gestiti nello spazio pubblico, garantendo almeno un percorso in piano con caratteristiche tali da consentire la mobilità delle persone con ridotte o impedite capacità motorie e che assicuri loro la piena accessibilità, al pari delle persone normodotate, a tutti i punti dello spazio pubblico, con particolare riferimento a tutti gli accessi degli edifici, a tutti gli attraversamenti stradali, alle fermate dei mezzi pubblici e ai parcheggi.

I percorsi devono presentare un andamento quanto più possibile semplice e regolare in relazione alle principali direttrici i accesso ed essere privi di strozzature, arredi, ostacoli di qualsiasi natura che riducano la larghezza utile di passaggio o che possano causare infortuni.

La loro larghezza deve essere tale da garantire la mobilità nonché, in punti non eccessivamente distanti tra loro, anche l’inversione di marcia da parte di una persona su sedia a ruote.

Quando un percorso pedonale sia adiacente a zone non pavimentate, è necessario prevedere un ciglio da realizzare con materiale atto ad assicurare l’immediata percezione visiva nonché acustica se percorso con bastone.

Le eventuali variazioni di livello dei percorsi devono essere raccordate con lievi pendenze ovvero superate mediante rampe in presenza o meno di eventuali gradini ed evidenziate con variazioni cromatiche.

Le intersezioni tra percorsi pedonali e zone carrabili devono essere segnalate anche ai disabili visivi.

Il percorso pedonale deve prevedere, al fine di consentire l’inversione di marcia da parte di persona su sedia a ruote, allargamenti del percorso in piano almeno ogni 10 m di sviluppo lineare.

Qualsiasi cambio di direzione rispetto al percorso rettilineo deve avvenire in piano; ove sia indispensabile effettuare svolte ortogonali al verso di marcia, la zona interessata alla svolta, per 1,70 m (o, dove impossibile, per almeno 1,40 m) su ciascun lato a partire dal vertice più esterno, deve risultare in piano e priva di qualsiasi interruzione.

Ove sia necessario prevedere un ciglio, questo deve essere sopraelevato di 10 cm dal calpestio, essere differenziato per materiale e colore dalla pavimentazione del percorso, non essere a spigoli vivi ed essere interrotto almeno ogni 10 m da varchi che consentano l’accessoalle zone adiacenti non pavimentate.

La pendenza longitudinale non deve superare di norma il 5%; ove ciò non sia possibile, sono ammesse pendenze superiori dove bisogna prevedere un ripiano orizzontale di sosta, di almeno 1,50m, ogni 15m di lunghezza del percorso; per pendenze superiori tale lunghezza deve ridursi a 10m per una pendenza dell’8%.

La pendenza trasversale di un percorso può essere una barriera difficile e pericolosa. In presenza di contro-pendenze, al termine di un percorso inclinato o di un raccordo tra percorso e livello stradale, la somma delle due pendenze rispetto al piano orizzontale deve essere inferiore al 22%.

Il dislivello massimo ammissibile tra il piano del percorso e quello del terreno o delle zone carrabili ad esso adiacenti è di 2,5cm e l’angolo del gradino deve essere smussato per facilitare la salita.

È più opportuno, soprattutto nel caso di passaggi pedonali chiaramente definiti, che questo mini gradino sia annullato da un raccordo realizzato senza soluzione di continuità altimetrica.

Allorquando il percorso si raccorda con il livello stradale o è interrotto da un passo carrabile, sono ammesse brevi rampe di pendenza non superiore al 15% per un dislivello massimo di 15 cm.

Fino ad un’altezza minima di 2,10 m dal calpestio, non devono esistere ostacoli di nessun genere, quali tabelle segnaletiche o elementi sporgenti dai fabbricati, che possono essere causa di infortunio ad una persona in movimento.

Rampe

Per le rampe, si devono interporre ripiani orizzontali di riposo per rampe particolarmente lunghe.

Non è possibile superare un dislivello superiore a 3,20m ottenuto esclusivamente mediante rampe inclinate poste in successione.

La larghezza minima di una rampa deve essere: 0,90 m per consentire il transito di una persona su sedia a ruote; 1,50 m per consentire l’incrocio di due persone.

Ogni 10 m di lunghezza ed in presenza di interruzioni mediante porte, la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 x 1,50 m, ovvero 1,40 m in senso trasversale e 1,70 m in senso longitudinale al verso di marcia, oltre l’ingombro di apertura di eventuali porte.

Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto non pieno, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza.

La pendenza delle rampe non deve superare l’8%.

Sono ammesse pendenze superiori, nei casi di adeguamento, rapportate allo sviluppo lineare effettivo della rampa.

  • Pendenza 0-5% Facilmente accessibile
  • Pendenza 6-8%Moderatamente accessibile
  • Pendenza >8%Accessibile con accompagnatore

Arredo Urbano

La disposizione degli oggetti di arredo urbano (fisso e mobile) deve essere tale da consentire il transito della persona su sedia a ruote e l’agevole utilizzabilità di tutte le attrezzature presenti.

Deve avere arredi non taglienti e privi di spigoli vivi. Le tabelle ed i dispositivi segnaletici devono essere installati in modo da essere visibili e leggibili e installate in modo da non essere fonte di infortunio e di intralcio.

È tassativo non ingombrare le sezioni normali dei passaggi pedonali con oggetti di arredo che intralcino la percorrenza delle sedie a rotelle o che costituiscano pericolo per i non vedenti è preferibile disporli nelle aree più aperte o in specifici allineamenti dalla parte della carreggiata, purché a non meno di 1.40m dal filo dei fabbricati per non farli diventare essi stessi ostacolo grave.

Quando nello spazio pubblico sono presenti degli elementi di arredo urbano di servizio (ad esempio cestini per i rifiuti, nicchie telefoniche, parcometri, panchine, fontanelle ecc.), questi devono sempre essere raggiungibili senza sforzo o pericolo dalle sedie a rotelle.

Parcheggi

I parcheggi sono considerati accessibili, se complanari alle aree pedonali o collegati ad esse con rampe.

Devono essere previsti, ogni 50 posti, posti auto di larghezza non inferiore a 3,20m, e riservati gratuitamente ai veicoli di persone disabili opportunamente segnalati, ubicati vicino ai percorsi. Quest’ultima disposizione, dettata dal D.M. 236/89, vale come descrizione di posti organizzati a pettine rispetto al senso di marcia veicolare; il D.P.R. 503/96 ha integrato tale disposizione con la successiva descrizione di stallo veicolare in linea.

 Per i posti riservati, disposti parallelamente al senso di marcia, la lunghezza deve essere tale da consentire il passaggio di una persona su sedia a ruote tra un veicolo e l’altro, per una misura non inferiore a 6 m; in tal caso la larghezza del posto auto riservato non eccede quella di un posto auto ordinario.

Sarà necessario provvedere alla pavimentazione del tratto riservato al parcheggio dei disabili con masselli auto bloccanti o con cubetti di pietra o di calcestruzzo di ridotta scabrosità superficiale, piccola dimensione e giunti perfettamente sigillati.

Attraversamenti pedonali

Gli attraversamenti pedonali sono uno dei punti più critici delle città, non solo per le persone con limitata capacità motoria, ma per tutta la popolazione.

Bisognerebbe installare i ‘‘nasi’’, cioè delle penisole che rompono la continuità della sezione dei marciapiedi, che hanno una funzione sia dissuasiva rispetto alla sosta abusiva, che di garanzia di maggiore visibilità per il pedone che deve attraversare la strada.

La loro presenza dev’essere indicata non solamente nelle aree di incrocio, ma anche dove sussistono degli attraversamenti pedonali a metà isolato.

L’allontanamento delle auto in posteggio dal punto di attraversamento e l’avanzamento del marciapiede fino al ciglio della carreggiata costituiscono, un passo avanti in termini di sicurezza.

Il ‘‘naso’’ permette inoltre, un accorciamento del percorso di attraversamento della carreggiata, determinando un minore affanno e una maggiore sicurezza percepita da parte della persona.

Nel caso poi di attraversamenti inusuali o pericolosi vengono realizzati impianti di segnalazione luminosa per il veicolo transitante dell’attraversamento pedonale.

Un’altra soluzione prevede una semplice zebratura gialla sui lati del passaggio pedonale, similmente a quanto previsto per segnalare le aree di avvicinamento e allontanamento dei mezzi pubblici in corrispondenza delle fermate, ma la segnaletica orizzontale di questo tipo è abbondantemente gnorata dagli automobilisti e non costituisce sufficiente garanzia di reale protezione e visibilità del punto di attraversamento. Ove sia possibile come già spiegato ed approfondito nell’articolo, https://www.passiamo.it/lattraversamento-pedonale-rialzato-non-e-un-dosso/, un’ulteriore soluzione in termini di sicurezza potrebbe essere il passaggio pedonale rialzato.

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