Avanti tutta con la frammentazione degli organici provinciali: la Corte costituzionale conferma.

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Con sentenza n°50 del 24 marzo 2015, la Corte costituzionale ha respinto i 4 ricorsi presentati dalle Regioni Lombardia, Veneto, Puglia e Campania, contro la Legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni), meglio conosciuta come “Legge Del Rio”.

Benchè detta norma, specie con riguardo alla trasformazione delle province sia oggetto di feroci e ragionevoli critiche, essa non è lesiva dell’assetto costituzionale; questo ci dice -nella sostanza- la Consulta, con la sentenza epigrafata.

In via di estrema sintesi

  1. Non è ravvisabile la dedotta violazione della competenza regionale con riguardo alle introdotte nuove disposizioni disciplinatrici delle Unioni di Comuni.
  2. Non è ravvisabile la dedotta violazione della competenza regionale con riguardo alla fusione di Comuni.
  3. Non fondata è la questione di costituzionalità, con riguardo alla denunciata illegittimità, della previsione dell’esercizio del potere sostitutivo straordinario dello Stato per l’eventualità della mancata realizzazione della potestà statutaria delle Province e delle Città metropolitane.
  4. Non fondata è la questione che attiene alla previsione del potere sostitutivo dello Stato in caso di inerzia delle Regioni.

insomma, nessuna scusa per non andare avanti sul processo di riordino delle province.

Nel frattempo, il termine del 31 marzo (per l’individuazione del personale delle province oggetto di mobilità) è prossimo ed il suo effetto appare inesorabile.

Pino Napolitano

 

P.A.sSiamo

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