Le rotatorie sembrano tutte uguali ma il modo di percorrerle correttamente non tutti lo conoscono. Ecco semplici regole da ricordare

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E’ diventato ormai “di moda” eliminare gli impianti semaforici e sostituirli con delle rotatorie, spesso ben definite, e mantenute sempre alla perfezione. Ma, come si sa, le rotatorie sono l’incubo dell’automobilista: come percorrerle? Quando dare la precedenza? Come comportarsi quando ci siamo dentro e vogliamo uscire sulla via laterale? Vediamo di dare risposte chiare ai lettori, cosi da facilitare, e soprattutto rendere più sicura, la circolazione nel cosiddetto “percorso rotatorio”.

COSA DICE IL CODICE DELLA STRADA – I più curiosi avranno notato che

nel nostro codice della strada non esiste una norma specifica che regolamenta la circolazione nelle rotatorie. Bisogna quindi fare riferimento ad alcune norme del codice che disciplinano la circolazione dei veicoli sulla strada, in generale: si tratta degli articoli 143, 144 e 154, da adeguare alla particolare conformazione della rotatoria. L’articolo 143 impone l’obbligo di percorrere la corsia più libera di destra; l’articolo 144 impone di  circolare per file parallele in centro abitato in relazione alla densità di traffico; l’articolo 154 disciplina, tra l’altro, l’utilizzo degli indicatori di direzione, nel caso si intendesse cambiare corsia o direzione. Ai fini della circolazione infatti le rotatorie devono considerarsi come aree di intersezione, di fatto degli autentici incroci che canalizzano il flusso di auto in senso circolare. Tutte le rotonde (o rotatorie a dir si voglia) sembrano uguali ma all’atto pratico potrebbero richiedere un approccio molto diverso con la precedenza a seconda del numero di corsie di marcia dentro e fuori la rotatoria. Vediamo nel dettaglio i singoli casi.

Prima di passare all’analisi di chiari esempi, ecco alcune regole di sicurezza stradale per una corretta circolazione all’interno delle rotatorie:

prima di entrare in rotatoria si deve rallentare, moderando la velocità;

se si intende uscire nella prima via, è necessario entrare in rotatoria e percorrere la corsia di destra, o comunque mantenersi il più vicino possibile al margine destro della carreggiata (come vuole l’articolo 143, CdS);

nel caso in cui si intendesse proseguire ed uscire su successive strade laterali, è necessario circolare invece il più vicino possibile alla circonferenza interna della rotatoria, percorrendo quindi la corsia più a sinistra, quella più vicina all’isola centrale.

Per quanto riguarda l’uso degli indicatori di direzione, si ritiene che:

in fase di ingresso nella rotatoria, sia necessario inserire l’indicatore di direzione destro, per segnalare che si sta per svoltare a destra, al fine di imboccare il senso rotatorio;

durante la circolazione all’interno della rotatoria, si ritiene che non sia indispensabile azionare alcun indicatore di direzione, a meno che non si intenda cambiare corsia di marcia, nel caso in cui la rotatoria sia composta da due o più corsie;

quando si decide di uscire dalla rotatoria, è necessario segnalare con il dovuto anticipo tale manovra azionando l’indicatore di direzione destro. In tale situazione, il veicolo in uscita dovrà dare la precedenza ai veicoli che circolano nella corsia più esterna (precedenza a destra).

A CHI SPETTA LA PRECEDENZA – Potremmo trovarci nella situazione di una rotatoria a corsia unica ma con due corsie di entrata: chi ha la precedenza per entrare in rotonda, nel caso di veicoli affiancati? In assenza di particolari disposizioni normative, vale la regola generale della precedenza a destra prevista dall’articolo 145, codice della strada. Quindi, avrà la precedenza per accedere alla rotatoria il veicolo che circola sulla corsia di entrata di destra. Nel caso in cui, invece, anche la rotatoria, come i bracci di ingresso, abbia due corsie di marcia, ciascun veicolo dovrà accedere stando nella propria corsia: il veicolo di destra dovrà accedere nella corsia più esterna, mentre il veicolo di sinistra dovrà stare nella corsia più centrale. Sarà poi possibile cambiare la corsia, facendo uso degli indicatori di direzione e concedendo la prescritta precedenza a destra, a seconda della direzione che si intende imboccare.

IN CASO D’INCIDENTE – E se, nonostante tutto, si verificasse un sinistro stradale? La giurisprudenza precisa che:

“Il vigente codice della strada omette ogni specifica disciplina destinata a regolare la circolazione nelle cosiddette «rotatorie», limitandosi l’art. 122 del Regolamento di esecuzione (D.P.R. 16 dicembre 1992 n. 495, e successive modificazioni) a contemplare, alla lettera d), tra i segnali di obbligo generico, quello di «rotatoria» ed a specificare, al comma sesto, che esso deve essere usato per indicare ai conducenti l’obbligo di circolare secondo il verso indicato dalle frecce; aggiungendosi poi che il segnale deve essere collocato sulla soglia dell’area dove si svolge la circolazione rotatoria e deve essere sempre preceduto, nelle strade extraurbane, dal segnale di «preavviso di circolazione rotatoria». Attraverso un adeguato uso della segnaletica stradale, è disciplinata la circolazione nelle rotatorie in maniera flessibile, con riguardo, di volta in volta, alle singole esigenze dell’incrocio considerato. Valgono, in proposito, le regole contenute, rispettivamente: nell’art. 145, comma secondo, del codice della strada (D.L.vo 30 aprile 1992 n. 285, e successive modificazioni), in forza del quale la precedenza, nel caso di intersezione tra le traiettorie percorse da due veicoli, è regolata nel senso dell’obbligo di dare la precedenza a chi proviene da destra, salvo che sia diversamente segnalato; nell’art. 146 dello stesso codice, che rinvia all’art. 38, e in particolare al comma secondo, laddove si stabilisce che le prescrizioni rese note a mezzo della segnaletica stradale vanno rispettate anche se difformi alle altre regole di circolazione. Per determinare il regime della circolazione nelle rotatorie è pertanto necessario avere riguardo alla segnaletica esistente, cui è consentito «derogare» alla regola della precedenza a destra vigente nel nostro ordinamento” (Cass. Pen., Sez. IV, 22 luglio 2005, n. 27379).

“Quindi, il sinistro stradale si può verificare nel caso in cui uno dei due conducenti non rispetti la segnaletica verticale o orizzontale o non rispetti le regole della precedenza o di corretto uso degli indicatori di direzione. E’ molto difficile, in assenza di prove, quali ad esempio, testimonianze o chiare tracce di frenata, stabilire eventuali responsabilità di uno dei conducenti coinvolti nel sinistro, in relazione alla commissione di violazioni alle norme di comportamento del codice della strada, che possa attribuire con certezza la responsabilità dell’incidente. Il più delle volte, facilmente, la prova della responsabilità esclusiva per aver causato il sinistro non sarà raggiunta, e quindi, tale responsabilità sarà suddivisa, equamente, tra le parti. Consigliamo, quindi, di richiedere, sempre, l’intervento di un organo di polizia stradale per i rilievi del sinistro, cercando, quando possibile, di non spostare i veicoli dalla loro posizione terminale, al fine di consentire a chi interviene di poter raccogliere quanti più elementi per la ricostruzione del sinistro quanto più reale. E’ ovvio, infatti, che, ai fini del risarcimento da parte delle Compagnie di assicurazione, il rapporto redatto da un organo di polizia stradale avrà una valenza maggiore rispetto alla compilazione del semplice C.I.D.”

Mimmo Carola

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