Finalmente s’è trovato un Comune coraggioso che, fregandosene della mole del suo contraddittore, ha aggredito Equitalia per far “punire” il colosso della riscossione, in funzione della indolenza ed accidia diffusa con cui cura l’incasso delle entrate comunali. E’ un fenomeno storicizzato, infatti, la “resa incondizionata” dei Comuni a fronte del “muro di gomma” Equitalia che (anche perché agevolato dal Legislatore) non rispetta tempi della riscossione, delle comunicazioni di inesigibilità, uno con le più elementari regole di trasparenza. Insomma, da una parte c’è la promessa dello Stato di non far sopportare ai Comuni gli effetti negativi della gestione infruttuosa della riscossione; dall’altra parte c’è la volontà dei Comuni di sapere come il concessionario gestisce il credito.
Il Comune di Ciampino s’è “incazzato” e così… si è rivolto alla Corte dei conti, chiedendo che “Equitalia Sud s.p.a., venga condannata a ristorare detto Ente del danno quantificato in almeno €.11.898.890,12 per aver omesso, parzialmente, di procedere alla riscossione di tributi, così come previsto da apposita convenzione del 10 luglio 2008”.
Non intendo dilungarmi nel descrivere i motivi che stanno alla base della condanna inflitta, sulla doglianza del Comune di Ciampino ad Equitalia, poiché sarebbe bello che i lettori leggessero la sentenza per esteso, qui allegata.
Un bel segnale di serietà da parte della Corte dei conti ed una bella affermazione di autonomia culturale del Comune di Ciampino.
Oltre ad Equitalia (condannata a pagare la somma di euro 12.091.283,46) gli unici ad essere stati maltrattati dal giudici sono gli avvocati cui, a fronte di tano copioso risultato, viene riconosciuta solo la somma di Euro 1.500.
Pino Napolitano
P.A.sSiamo