I monopattini elettrici e le responsabilità politiche e giuridiche.
La LEGGE 27 dicembre 2019 , n. 160, rubricata alla voce: “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022” (pubblicata nella G.U.n°304 del 30/12/2019) reca tante novità.
Di tutte queste, ai primi onori della cronaca, è ascesa la questione del “monopattini elettrici”.
Le perplessità giuridiche sulla maldestra operazione legislativa sono state già ben rappresentate (cfr.: www.polizialocale.com/2020/01/02/monopattini-equiparati-ai-velocipedi-mossa-intelligente-assoluta-incapacita-adottare-disposizioni-coerenti/ ) dal Collega che è riuscito a mantenere il giusto equilibrio tra recensione ed educazione, in ordine a questa vicenda che sta sfiorando il ridicolo.
Io qui voglio limitarmi a fare due cose:
1) Riportare il testo di Legge, per far capire al lettore della stampa quotidiana (disorientato per necessità), quale sia la novità normativa.
2) Limitare a pochissime righe la critica, scegliendo di non toccare temi tecnici.
Orbene, questo è il testo: “art. 1, comma 75. I monopattini che rientrano nei limiti di potenza e velocità definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 4 giugno 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 162 del 12 luglio 2019, sono equiparati ai velocipedi di cui al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285”.
Questa è la critica: “la complessità giuridica sottesa alla questione della circolazione dei veicoli elettrici va ben oltre quello che può essere stigmatizzato come una resistenza culturale del Comandanti del Corpi di Polizia Locale. Chi lavora nei centri urbani delle grandi e medie città di questa Nazione assiste quotidianamente a comportamenti di conduzione di questa tipologia di veicoli aggressivi e pericolosissimi. Se accertare violazioni stradali costituisce rivolo applicativo del fare sicurezza stradale, non v’è dubbio che l’intervento sanzionatorio assolve alla finalità di moderare le condotte di guida pericolose e di innalzare il senso di rispetto verso gli utenti della strada che si dispongono a guida prudenze. Battere in breccia, con un comma della Legge di Bilancio, il retroterra delle preoccupazioni che si affastellano intorno alla circolazione di questi veicoli è una scelta dissennata. Il Parlamento non comprendendo che le sirene dei tecnici erano finalizzate a salvare qualche vita, hanno asfaltato e piallato ogni resistenza con una norma dal respiro insufficiente e dalla tecnica compilativa inadeguata. Non conosco il nome del parlamentare (o del gruppo di parlamentari) che si è fatto paladino della libera circolazione dei monopattini elettrici; nemmeno mi interessa. Governare significa assumersi la responsabilità delle scelte; quindi quando i nodi verranno al pettine, spero che gli artefici di queste scelte siano pronti ad assumersi le responsabilità del caso”.