I più attenti avranno sicuramente notato che l’adagio “Chiacchiere e tabbacchere ‘e lignamme” è tradotto in lingua italiana e che, ovviamente, non risulta efficace come quello in lingua napoletana.
Il motivo è che anche fuori dei confini campani, “l’eterna lotta” dei genitori contro le Ordinanze Sindacali, in questo caso il DPCM, in materia di Covid-19 è terreno di acerrimo scontro.
Nel caso in esame, Cons. di Stato, sez. III, 26/01/2021, n. 304, ho sospeso l’efficacia dei DD.P.C.M. nella parte che obbliga l’uso delle “mascherine” durante le attività didattiche.
Nelle more della Camera di consiglio del prossimo 10 febbraio, infatti, ha rilevato che, nel caso posto all’attenzione, i genitori della minore rappresentata hanno documentato con certificati medici, ripetutamente, problemi di difetto di ossigenazione per l’uso prolungato del DPI durante tutto l’orario di lezione.
In più, nella classe frequentata dalla minore, non risulta – o comunque dagli atti non risulta – essere disponibile neppure un apparecchio di controllo della ossigenazione – saturimetro, strumento di costo minimo e semplicissima utilizzabilità in casi come quello prospettato, ad opera di ogni insegnante, per intervenire ai primissimi segnali di difficoltà di respirazione con DPI da parte del giovanissimo alunno.
Il Collegio conclude ritenendo che non possa essere imposto l’uso del DPI per la durata delle lezioni, essendo il pericolo di affaticamento respiratorio – in mancanza di una costante verificabilità con saturimetro – troppo grave e immediato, né ovviamente si può ipotizzare una sospensione, sino alla decisione cautelare del T.A.R., del diritto costituzionalmente tutelato della giovane allieva di frequentare il corso scolastico.
Questo è quanto, in attesa della Camera di Consiglio di cui daremo conto, sperando che anche la versione in lingua italiana non diventi anch’essa una saga.
PS ho già il titolo: Chiacchere e tabacchiere di legno colpisce ancora!